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Cultura e religione
Sulle origini delle credenze religiose in Himalaya non vi sono certezze.
Con l’arrivo del Buddhismo dall’India in Tibet nel VII secolo d.C. vi è stata una diffusione capillare in tutto il territorio di questa nuova religione/filosofia, che ha sostituito e integrato le credenze locali di stampo animistico.
Il Dolpo, in quanto parte integrante del territorio tibetano, è stato coinvolto in questo cambiamento.
Il Buddhismo tibetano è intimamente connesso con il mistero e la leggenda da cui non è possibile far astrazione. Accettare questo fatto è fondamentale per un concreto tentativo di comprensione, altrimenti impossibile.
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Monastero di Dralung
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Murale monastero Dralung
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Ecco allora aprirsi un modo religioso, dove mistero e realtà convivono nel quotidiano, naturalmente: una forma di equilibrio sottile, indispensabile per la ricerca della pace e della natura ultima dell’anima.
Il Dolpo, paese nascosto, lontano dalle vie battute ha ospitato durante i secoli grandi maestri e asceti, che avevano lasciato il paese delle nevi, il Tibet, per andare a fondare monasteri o semplicemente a meditare fra le montagne.
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Monastero di Dralung
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Monastero di Dralung
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I monasteri, i chorten, i muri mani e le rovine presenti su tutto il territorio sono la testimonianza di questa intensa attività religiosa, che si è protratta nei secoli sino ai nostri giorni.
Tutte le scuole del Buddhismo tibetano, Bön, Nyma, Kagyü, Sakya e Gelugpa, sono rappresentate.
Un maestro su tutti merita di essere menzionato. Dolpo-pa Sherab Gyaltsen (1292-1361). Nativo del Dolpo è andato in Tibet alla ricerca di maestri, per poi diventare a sua volta un erudito, fondatore di una nuova suola di pensiero, che ha segnato la filosofia buddhista sino ai nostri giorni.
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Guru Rimpoche monastero Dralung
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